14 errori che devi evitare come la peste se sei un SocialMediaCoso
Ogni volta che apro Facebook per aggiornare le pagine che gestisco e monitorare le sponsorizzate, mi dico “ma sì, ha ragione chi dice che non è difficile, potrebbe farlo chiunque”.
Poi però torno nel mio news feed, e mi rendo conto che no, forse non proprio tutti possono fare i social media manager. Anzi, anche se siamo nel pieno dell’era della libera informazione, della libera connessione e della moltiplicazione degli smartphone e dei tutorial, forse anche semplicemente postare è un lavoro per pochi.
Ci sono una moltitudine di dont’s, ma i 14 che proprio mi irritano sono sintetizzati qui:
- NON ignorare la grammatica e l’ortografia: per favore, il fatto che scrivi sui social non ti autorizza a non sapere le regole dell’italiano.
- NON scrivere in inglese se non lo sai! Il risultato è grottesco e poco professionale. Davvero: lascia stare.
- NON condividere notizie non verificate. Le bufale nuocciono e, clickbaiting a parte, non ti porteranno nulla se non fare la figura del cioccolataio con il tuo pubblico serio.
- NON alimentare catene e cazzate tipo “se posti questo entro mezzanotte Mark Zuckerberg ti donerà il 5% della sua eredità e ti eleggerà a prossimo CEO di Facebook”. È stupido inventarlo, stupido scriverlo e stupido condividerlo. (Ps: già, anche il post con la dichiarazione sull’utilizzo dei contenuti del tuo profilo era una cazzata)
- NON scrivere post lunghi 15 righe su “quanto è miracoloso l’utilizzo del broccolo fiolaro come antiossidante naturale, ché l’hanno provato anche i vip e se clicchi qui puoi scoprire subito che incredibili risultati hanno ottenuto, ringiovanendo di 35 anni in sole 8 ore”. Taglia corto!!! Due righe, una bella foto, un link e via… posta!
- NON sponsorizzare prodotti miracolosi o offerte ingannevoli. Sotto alla tua inserzione c’è una voce chiamata commenti, e la falsità ti si ritorcerà contro nel brevissimo periodo: passerai le tue notti a scappare da clienti incazzati (sia i tuoi che quelli del tuo cliente).
- NON cancellare i commenti negativi, a meno che non siano offese gratuite o critiche fasulle di troll che non hanno nulla di meglio da fare. La gestione del (vero) Cliente scontento è un’arte, e se lo fai bene può tornare tutto a tuo favore. Quindi…
- NON rispondere male a chi ti fa una critica. Non offendere a tua volta, non mandare a cagare chi ti dà una recensione negativa, anche quando vorresti spedirlo a zappare su Marte. Aplomb, gentilezza e un po’ di medioman mood. Impara da Gianni Morandi!
- NON usare hashtag# #alla #cazzo# #solo perché #sonocarini e diventa tutto blu e cliccabile. Leggi una bella guida su come funzionano e poi ripensaci: è gratis e c’è pure quella di quel prezzemolino di Aranzulla!
- NON fare le grafiche per i post su WordArt (ma davvero esiste ancora?!) o su Paint. Se proprio non puoi permetterti l’aiuto di un grafico professionista, usa Google e trova le foto libere o lo strumento gratuito più adatti a te. Ce ne sono tantissimi, davvero!
E per lo stesso motivo… - NON postare le foto di Shutterstock con il watermark applicato perché non vuoi pagarle. Eddai, non si può vedere!
- NON rubare i contenuti altrui. Piuttosto, condividili: sharing is caring, in internet come nella vita reale: sarà apprezzato e, chissà, magari anche ricambiato.
- NON cavalcare l’onda dell’instant marketing a tutti i costi. Se non hai niente di interessante da postare sul trending topic del momento, semplicemente lascia stare, il risultato sarebbe pessimo.
- NON impostare le Ads se non sai come funzionano, cosa stai pianificando, chi stai targettizzando, che obiettivo vuoi raggiungere e in che modo. Ok, c’è la guida di Facebook e pure i tutorial di strategie di marketing sui social su SlideShare, ma secondo te chi paga per studiare è proprio così scemo? Lascia che ognuno faccia il proprio lavoro… Al massimo prova cominciando con qualche corso. Ma serio, però.
Perché 14, ti stai chiedendo? Non è un numero tondo come 10 o 15, non è standardizzato come il 12, non è carino come il 9,99. Ma tutti gli altri errori che vedo, forse, posso pure perdonarli. 🙂